Canzone cantata da 500 compagni nei corridoi del palazzo di giustizia di Milano durante il processo a Bellocchio.
Ballata per Pinelli
(sull’aria de «Il feroce monarchico Bava»)
Quella sera a Milano era caldo
Calabresi nervoso fumava
– tu, Lo Grano (l), apri un po’ la finestra –
e ad un tratto Pinelli cascò
– Sior questore io ce l’ho già detto,
lo ripeto che sono innocente
Anarchia non vuol dire bombe
ma giustizia nella libertà – –
– Poche storie – confessa Pinelli –
c’è Valpreda che ha già parlato
lui è l’autore di questo attentato
ed il complice, è certo, sei tu –
-Impossibile – grida Pinelli –
un compagno non può averlo fatto
e l’autore di questo delitto,
tra i padroni bisogna cercar –
– Stai attento, indiziato Pinelli,
questa stanza è già piena di fumo,
se tu insisti apriam la finestra,
quattro piani son duri da far –
Quella sera a Milano era caldo,
ma che caldo, che caldo faceva
è bastato aprir la finestra ,’
una spinta e Pinelli cascò
L’hanno ucciso perché era un compagno,
non importa se era innocente
– era anarchico e questo ci basta –
disse Guida il [ … ] (2) questor
C’è una bara e tremila compagni
stringevamo le nostre bandiere;
noi quel giorno l’abbiamo giurato:
non finisce di certo così
Calabresi e tu Guida […] (3)
se un compagno avete […] (4),
questa lotta non avete fermato
la vendetta più dura sarà
Quella sera a Milano era caldo,
ma che caldo, che caldo faceva,
è bastato aprir la finestra
una spinta e Pinelli cascò.
(1) Sabino Lo Grano, tenente dei carabinieri, presente al «suicidio» di Pinelli.
(2) (3) (4) I compagni sostituiscano ai puntini le parole che ritengono più opportune