Umanità Nova 13 dicembre 2009 Pinelli e l’USI milanese di Guido Barroero

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Siamo abituati a ricordare Pino Pinelli come attivo militante anarchico. La foto che lo ritrae dietro un tavolino con alle spalle una bandiera nera e la scritta anarchia è quella che è circolata più spesso e chi si è impressa nella nostra memoria. In realtà Pino ha fatto ed è stato anche altro. Mi riferisco alla sua militanza sindacale, da molti ignorata, breve, ma intensa e che portò, dopo tanti anni, alla ricostituzione di una sezione USI a Milano.

Ma facciamo qualche passo indietro per dare un quadro più generale: nel gennaio del 1925 l’Unione Sindacale Italiana era stata sciolta con decreto prefettizio e le sue sedi distrutte dalle bande fasciste, a Milano, come nel resto d’Italia. Nel dopoguerra i militanti anarchici impegnati sul terreno sindacale avevano scelto la CGIL allora unitaria. Alla tardiva riattivazione dell’USI, nel 1950, solo una parte dei sindacalisti e dei lavoratori anarchici vi confluisce. Molti preferiscono continuare la loro attività nei Comitati di Difesa Sindacale all’interno della Confederazione social-comunista. Così accade a Milano dove influenti militanti come Gaetano Gervasio e Alberto Moroni spendono la loro attività all’interno dei CDS e collaborano al loro organo di stampa «Difesa Sindacale». Con la crisi generale che il movimento anarchico attraversa tra le seconda metà degli anni ’50 e la prima degli anni ’60, anche la presenza libertaria in campo sindacale si affievolisce, la presenza organizzata in CGIL diventa insignificante fino a sparire e la stessa USI vede ridurre considerevolmente i suoi ranghi. Solo dopo il 1965 si avvertono i primi sintomi di ripresa, sia nel movimento anarchico che per quanto riguarda l’Unione Sindacale. Proprio in quegli anni l’USI ha un modesto, ma significativo rilancio.

Le “vecchie” sezioni di Sestri P., Torino e Piombino proseguono e intensificano le loro attività, a Carrara l’attività si sviluppa tra i lavoratori del marmo, dei chimici, dei metalmeccanici, edili, enti locale e ospedalieri. A Palermo e a Foligno si lavora per costituire nuove sezioni. Notizie di attività vengono anche dalla sezione di Forlì e da individualità di Roma e di Ventimiglia. Si arriva così al IV Congresso nazionale dell’Unione Sindacale che si tiene dal 23 al 25 Aprile 1967 a Carrara, buona partecipazione di delegati e di sezioni di varie parti dell’Italia e l’anno successivo al Convegno nazionale, sempre a Carrara, che vede all’O.d.G. la prossima uscita del periodico «Lotta di Classe» come organo di stampa dell’Unione. E’ in questo contesto che verso la fine del 1968, Pinelli e un gruppo di giovani lavoratori anarchici prendono contatti con la segreteria nazionale dell’USI. Contatti che sfociano, nei primi mesi del 1969, nella costituzione della Sezione USI-Bovisa, ospitata nei locali del Circolo Ponte della Ghisolfa.

La notizia compare sul primo numero di «Lotta di Classe» (maggio 1969). Pinelli, ferroviere, è uno dei più attivi e si adopera per un collegamento con il costituendo Comitato Unitario di Base dei trasporti, che viene ospitato nei locali del circolo. Non abbiamo testimonianze dirette né molte documentate dell’attività della sezione, tuttavia nell’Archivio Storico dell’USI (approfitto dell’occasione per ringraziare Gianfranco Careri per le informazioni fornite) sono presenti alcuni volantini e documenti che danno idea dell’attività di Pinelli e degli altri compagni.

Una locandina per il Primo maggio, un volantino sul contratto nazionale dei metalmeccanici, uno sui Comitati di Base, uno sulle morti per silicosi, uno indirizzato ai lavoratori della Olmo, uno contro la repressione delle lotte e per la loro estensione e infine uno sulla truffa dello Statuto dei lavoratori. Viene anche pubblicato un articolo sul secondo numero di «Lotta di Classe» (agosto 1969) dedicato ai Comitati di base dell’ATM. Da queste scarne notizie si capisce come l’attività sindacale di Pino Pinelli e degli altri compagni della sezione milanese fosse ancora in fase embrionale e nonostante l’attivismo sul piano generale non ancora indirizzata verso interventi specifici in particolari settori o fabbriche. Purtroppo la breve vita della sezione USI Bovisa riceverà un colpo durissimo dalla strage di stato del 12 dicembre e l’assassinio di Pino, il suo militante più rappresentativo.

Ancora per un paio di anni ci sarà attività USI a Milano, almeno fino all’estate 1971 quando la segreteria genovese, nell’annunciare le dimissioni, fa riferimenti ad attività esterna dell’USI a Milano. Si tratta però non più dell’USI Bovisa, ma della nuova sezione USI Centro che in qualche modo ha raccolto il testimone dai compagni di Pinelli.

L’ultimo rapporto organico tra l’USI Centro e il resto del sindacato nazionale si ha con la partecipazione al Convegno di Carrara del 28 e 29 luglio 1970. Numerosa sembra essere la partecipazione dei milanesi a quel convegno. Dal resoconto del Convegno possiamo farci un’idea della loro attività:

“…I compagni di Milano hanno posto in evidenza la loro azione nei quartieri per la questione degli affitti. Il problema della casa, specie nei grossi centri industriali, è, infatti, uno degli argomenti focali su cui far leva per la conquista di una coscienza di lotta da parte delle masse. A questo è connesso il problema degli sfratti che richiede una azione decisiva ed un nostro continuo intervento nei quartieri popolari”.

All’inizio del loro intervento i delegati di Milano leggono un’importante nota che riconferma i principi base del sindacalismo rivoluzionario e dell’Unione Sindacale (si tratta del documento di costituzione dell’USI Bovisa) a prova della continuità che la nuova sezione dell’USI milanese vuole avere con la precedente esperienza del gruppo di Pinelli e degli altri.

Ma ormai molti compagni a Milano come in tutta Italia, specialmente i più giovani, stanno trasferendo il loro impegno sul terreno più specificamente politico e all’inizio del 1971 si chiude il percorso dell’USI del dopoguerra: i membri superstiti della segreteria nazionale di Sestri P. danno le dimissioni e nessuno può, o vuole, subentrare nell’incarico. Alcune sezioni continuano ad agire ancora per qualche tempo, ma non c’è più nessun coordinamento. Un impulso per la riattivazione dell’USI si darà solo nel 1978, ma questa, come si dice, è un’altra storia, quella che continua ancora oggi.

Guido Barroero

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