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1972 11 4 Umanità Nova – Affannosa ricerca di un compromesso. di Comitato Politico – giuridico di difesa

18 Maggio 2015

1972 11 4 Umanità Nova - Affannosa ricerca di un compromesso

 

 

ROMA, 24 ottobre – Nel pomeriggio gli «scambi di vedute» si fanno più febbrili: proposte, controproposte, richieste di pareri. I telefoni di un gran numero di alti magistrati, uomini di governo, deputati e senatori delle «commissioni giustizia», di avvocati e giornalisti squillano in continuità. Brevi e concitati incontri nei soliti bar, agli angoli delle vie del centro, nei salotti e nelle anticamere, nelle redazioni dei quotidiani. Euforia: il governo è d’accordo. Andreotti prima di partire per Mosca è stato esplicito: «non possiamo rimanere indifferenti… dobbiamo prendere con urgenza in considerazione proposte parlamentari di modifiche ai codici ed alla procedura…». Si sussurra di sollecitazioni «rivolte molto in alto » da Leone.

ROMA, 25 ottobre – Gli ultimi scogli sembrano superati. Gonella, a nome del governo, intervenendo ad una riunione dei capigruppi DC, ha confermato: il governo consente che dai disegni di legge che riguardano la riforma del codice di procedura si stralci una leggina per le norme della libertà provvisoria ed i limiti della carcerazione preventiva. E’ quanto le dichiarazioni di Andreotti avevano fatto prevedere. Inoltre da più parti si assicura che la «Commissione giustizia» in riunione deliberativa potrà contare sulla necessaria unanimità perchè i due fascisti, per salvare la faccia, sarebbero stati fatti figurare assenti al momento del voto. Verso sera, però, una notizia corre per la città a raffreddare un poco gli entusiasmi: il consiglio superiore della magistratura ha approvato alla unanimità (quindi anche Leone) un o.d.g. con il quale si «consiglia» governo e parlamento perchè respingano la proposta di stralcio in quanto «la molteplicità e la mobilità delle leggi speciali non favoriscono il principio della certezza del diritto». Ciò, tradotto in parole spicciole ed interpretato politicamente, vuol dire: «non esiste la certezza del diritto (ma esistono le leggi dello Stato – n.d.r.) e dobbiamo sbarazzarci di questo scomodo caso, ma non possiamo consentire che una leggina eccezionale passi alla storia come «legge Valpreda».

ROMA, 26 ottobre – Abbiamo notizie che ieri al Policlinico, dove sono ricoverati, qualche semi-deficiente poliziotto di guardia ha detto a Gargamelli e Valpreda: «E ‘ fatta! Questa sera o al più tardi domani mattina vi metteranno fuori». I compagni però che ormai sulle «procedure» ne sanno più di un membro della corte suprema, se la son presa sorridendo con aria di compatimento.

La «Commissione giustizia» è riunita al senato e per decisione unanime adottata ieri passerà subito alla discussione delle proposte sulla carcerazione preventiva e sul mandato di cattura con l’intento di pervenire ad un testo concordato. Si è ancora convinti che il governo non cederà alle inammissibili pressioni del consiglio superiore della magistratura. Ma la doccia fredda interviene, nelle vesti del sottosegretario Pennacchini che annuncia, per il 15 novembre, un disegno di legge governativo. Il governo, Gonella in testa, si è piegato al prudente consiglio del consiglio superiore. I compagni rimarranno ancora qualche mese in galera, ma il potere non sarà messo in ridicolo con una leggina speciale che inevitabilmente avrebbe assunto il nome del maggiore imputato di Stato per la strage voluta dai padroni.

Tutta qui la cronaca dei tre giorni di illusioni parlamentari. Adesso tutte le speranze puntano sul «santo natale». Anche Bagnoli, si dice, fu dissequestrato la antivigilia della ricorrenza del miracoloso parto della immacolata. Del resto, si dice anche, ed ò vero, sono migliaia i detenuti che si trovano nelle stesse condizioni di Emilio Borghese, Gargamelli e Valpreda e quindi è giusto che il provvedimento abbia la più vasta portata del «disegno di legge». Come se una leggina eccezionale, se applicata, non abbia praticamente gli stessi effetti. Senza contare che noi e chi sia in galera, degli arzigogoli dei burocrati al potere ce ne infischiamo e comprendiamo solo che non è giusto, ed è criminale, che migliaia di individui si trovino nelle stesse condizioni dei compagni e quando fossero posti in libertà saranno sempre stati vittime di una ingiustizia, un sopruso.

E’ ormai chiaro che le istituzioni sono affannosamente impegnate alla ricerca di una soluzione di compromesso che le consenta di sbarazzarsi del caso Valpreda e di insabbiare quanto più è possibile le indagini sulla strada nella speranza di evitare l’incriminazione di qualche ministro, qualche grosso deputato dello Stato.